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IL Museo civico della Lingua greco-calabra Gerhard Rohlfs si trova nel Borgo di Bova.

Bova è un antichissimo e caratteristico piccolo comune calabrese che si estende per 47 Kmq, aggrappato a circa 900 metri slm, su un suggestivo costone roccioso dell’Aspromonte meridionale. Dista solo 13 Km dalla costa jonica e circa 50 Km dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria. Custode delle radici magno greche e bizantine che nel tempo hanno contribuito a definire gli aspetti fondamentali della minoranza storico-linguistica greca d’Italia, conserva un patrimonio culturale etnografico di chiara impronta magno greca, la profondità spirituale del mondo bizantino, e l'eleganza architettonica tipica dei borghi di altura dell’Appennino meridionale.  Bova è attualmente considerata il capoluogo culturale dell’Area Grecanica, territorio che conquista per cultura, storia, ma anche per la natura, la biodiversità e la geologia del Parco Nazionale dell’Aspromonte (inserito ad aprile 2021 nella Rete UNESCO Global Geoparks), in cui il Borgo ricade interamente. Oltre all’interesse architettonico del centro storico, alla sorprendente ricchezza dei tesori storico-artistici e alla bellezza dei paesaggi (il Borgo si affaccia sulla punta estrema dell’Italia, sul canale di Sicilia) preserva un patrimonio culturale immateriale unico e distintivo per l’offerta culturale: l’identità culturale dei Greci di Calabria fatta di lingua greco-calabra, tradizioni religiose, enogastronomia, artigianato, musica e danza, antichi riti e tradizioni. Le origini dei Greci di Calabria e del loro idioma sono da individuare nella colonizzazione magno greca della Calabria avvenuta tra l’VIII e il VII secolo a. C. come raccontato a Bova nelle sale del Museo della lingua greco-calabra “Gerhard Rohlfs” e nel quartiere medievale della Giudecca in cui vivevano ebrei scappati dall’oriente che parlavano il Greco. Pertanto il Greco di Calabria è la “lingua di Omero”, una delle più antiche lingue ancora oggi parlate in Europa.  Grazie all’istituzione dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte (L.381/94) e al riconoscimento nazionale di minoranza storico - linguistica (L. 482/99 - recepita dalla L.R.15/2003), alla volontà della propria comunità di restare nella propria terra, Bova ha potuto avviare un percorso di recupero delle proprie tradizioni, ridisegnando il futuro stesso del Borgo. Dalla fine degli anni ‘90 ad oggi, Bova è ritornata ad essere orgogliosa del suo ancestrale passato per scoprire il valore delle proprie radici. Una importante azione di recupero conservativo dei beni architettonici pubblici e privati ha ridato lustro all’assetto medievale del borgo, innescando un vero e proprio processo di sviluppo locale forse unico in Calabria. La valorizzazione del patrimonio demo etnoantropologico materiale e immateriale oltre da fungere da attrattore per il turista culturale nazionale ed internazionale, ha aiutato a consolidare il processo di “ridefinizione identitaria”, e anche l’Aspromonte, percepito per anni come luogo del “male” e di pericolo, ed oggi è diventato meta di interesse per il turismo naturalistico ed escursionistico. Negli ultimi 25anni Bova si è guadagnata diversi riconoscimenti: “Borgo più bello d'Italia” per l’Anci, “Bandiera Arancione” per il TCI, “Gioiello d’Italia” per il Ministero del Turismo e “Borgo American Friendly Italy”. Nel 2018 il Colosso americano Google Street View l’ha nominata tra i dieci luoghi da visitare almeno una volta nella vita. È un borgo medievale che ha acquisito, in seguito ad un meticoloso recupero conservativo dell’assetto urbano e alla nascita di servizi turistici, tutte le caratteristiche per essere conosciuto a livello nazionale ed internazionale.

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